È il 30 settembre del 1853 quando un ragazzo – immancabilmente biondo, timido e taciturno – bussa alla porta della casa di Bilkerstrasse, a Düsseldorf, dove dimora la famiglia Schumann: sarà questo il primo incontro tra il ventenne Johannes Brahms, forte di una presentazione del celeberrimo violinista Joseph Joachim, e Robert e Clara Schumann, già rinomati protagonisti della scena musicale tedesca. Un sodalizio artistico tormentato e appassionante, che nel 2010 è stato al centro di un bestseller rizzoliano, Una strana storia d’amore di Luigi Guanieri, in cui viene rievocato un quarantennio segnato dalla follia prima, e dalla prematura morte di Robert poi, quindi dal legame sotterraneo ma indissolubile tra il giovanissimo Brahms e la più matura Clara, affermata pianista alle prese con una luminosa carriera internazionale.
Riscoprire quel periodo, oltre che le opere di questi tre, straordinari musicisti, è l’obiettivo di un recital che vedrà sul palcoscenico del Teatro Massimo Bellini di Catania tre solisti di caratura internazionale, il violinista Gabriele Pieranunzi, il violoncellista Luca Signorini e il pianista Luca Ballerini. La locandina illustra l’itinerario prima suggerito, con un’antologia di componimenti che efficacemente sintetizzano non soltanto la parabola compositiva di questi autori, ma anche lo sfondo musicale dell’epoca. Ne è testimonianza il primo brano in programma, l’Intermezzo dalla cosiddetta Sonata F.A.E. (l’acronimo sta per «Frei aber Einsam», «Libero ma solo»), cui attesero Schumann stesso, Albert Dietrich e Brahms in omaggio al talento di Joachim, che avrebbe dovuto riconoscere gli autori dei singoli movimenti. A seguire sarà la volta della Prima Sonata per violino e pianoforte in sol maggiore, op. 78, di Johannes Brahms, eseguita per la prima volta nel 1879, meglio nota per il suo legame con un precedente Lied del compositore di Amburgo, la Canzone della pioggia. Interamente dedicata ai coniugi Schumann, la seconda parte della locandina prende le mosse dalla dimensione domestica dei deliziosi Phantasiestücke, op. 73, di Schumann, per concludersi con quello che viene unanimemente considerato come il capolavoro dell’affascinante Clara Wieck, il Trio in sol minore, op. 17, che riunirà sul palcoscenico i tre protagonisti della serata.
Gabriele Pieranunzi, già allievo di Salvatore Accardo, ha vinto innumerevoli premi prima di esibirsi in tutto il mondo; più volte ha avuto il privilegio di suonare a Genova il celeberrimo “Guarneri del Gesù”, appartenuto a Niccolò Paganini. Forte di una discografia che spazia da Mendelssohn a Chausson fino a Kurt Weill, suona un violino Ferdinando Gagliano del 1762, già appartenuto alla grande violinista Gioconda De Vito. Lo affianca il violoncellista Luca Signorini, che all’attività musicale associa quella di compositore e di scrittore. Primo violoncello ‘per chiara fama’ del Teatro di San Carlo di Napoli, si occupa anche di didattica musicale per l’Università “Federico II” di Napoli; giornalista per il «Corriere del Mezzogiorno», è anche autore di alcuni spettacoli di argomento musicale. Gioca invece ‘in casa’ il pianista Luca Ballerini, titolare di una delle cattedre di pianoforte principale dell’Istituto Musicale “V. Bellini” di Catania. Diplomatosi a Bologna e perfezionatosi a Ginevra con Maria Tipo, è un apprezzato camerista e vanta un’ampia discografia, in cui si segnalano registrazioni dedicate ad Alfredo Casella e a Fryderyk Chopin, quest’ultima frutto di una collaborazione con le Università di Catania e di Varsavia.