Un paese e le sue storie, i suoi eroi e i suoi musicisti. Soffia vento da Oriente sul palcoscenico del Teatro Massimo Bellini di Catania, che dedica un doppio appuntamento del cartellone sinfonico (sabato 9 febbraio, alle ore 20,30, quindi in replica domenica 10, alle 17,30) alla Russia e al suo tormentato universo creativo, a cavaliere tra Otto e Novecento. Per questo, la locandina non può che aprirsi con un doppio tributo a Pëtr Il’ič Čajkovskij, il più importante musicista del paese nel secolo degli zar. Da Evgenij Onegin, il capolavoro per le scene liriche licenziato nel 1879 a partire dall’omonimo romanzo in versi di Aleksandr Puškin, è tratto il valzer su cui si apre il sipario del secondo atto: a casa dei Larin, che festeggiano l’onomastico di Tat’jana, in un clima di caloroso fervore che sarà contraddetto dalla tragica sfida a duello destinata a opporre il protagonista al poeta Lenskij. Le Variazioni su un tema rococò per violoncello e orchestra, op. 33, pubblicate l’anno prima, sono invece il capolavoro della maniera neoclassica del compositore, che all’amico violoncellista Wilhelm Fitzenhagen dedica un ciclo – articolato in un tema e otto variazioni – dai toni elegiaci e melanconici, memori di un’aurea stagione musicale, quella del Settecento mozartiano, da sempre ammirata dal compositore. Si passerà quindi alla maturità di Dmitrij Šostakovič, periodo al quale risale la Decima Sinfonia in mi minore, op. 93, tenuta a battesimo dalla Filarmonica di Leningrado diretta da Evgenij Mravinskij, composta nel clima di risveglio che, nel 1953, aveva fatto seguito alla morte di Josif Stalin: ne è prova un ritorno al sinfonismo di Mahler, reinterpretato in una chiave a un tempo intimista e pessimista, lontana dall’ottimismo celebrativo fino ad allora imposto dal regime.
Non è soltanto il programma del concerto, tuttavia, a rendere omaggio alla Grande Madre Russia: nell’auspicio di valorizzare le prime parti della compagine orchestrale, il concerto avrà infatti come protagonista Vadim Pavlov, storico primo violoncello del Bellini, che efficacemente sintetizza la caratura internazionale dell’Orchestra del Teatro. Nato a San Pietroburgo, dove ha compiuto studi d’eccellenza fino al dottorato di ricerca, Pavlov festeggia vent’anni di presenza al Bellini di Catania, dove si è illustrato sotto la guida di insigni personalità direttoriali. Attento alla riscoperta di pagine rare del repertorio italiano e russo, vanta prestigiose collaborazioni internazionali, sia come solista sia come didatta. È un gradito ritorno sul podio quello di Eckehard Stier, che nella primavera dell’anno scorso aveva iniziato la sua ricognizione delle Sinfonie di Šostakovič dirigendone la n. 12, in re minore, op. 112. Proprio il musicista sovietico, insieme con Mahler e con il teatro lirico contemporaneo, costituisce il repertorio d’elezione dell’artista tedesco, che si è formato a Dresda e che è stato direttore musicale del Gerhart Hauptmann-Theater di Görlitz, in Germania, e della Auckland Philharmonia Orchestra, in Nuova Zelanda.