Assente dalle scene catanesi da vent’anni, Il flauto magico di Mozart inaugura la stagione lirica del Teatro Massimo Bellini, in una nuova, attesissima produzione affidata a due ‘mostri sacri’ della lirica internazinale, il direttore d’orchestra Gianluigi Gelmetti, direttore principale ospite del ‘Bellini’, e il regista Pier Luigi Pizzi
Dramma filosofico, rito iniziatico, fiaba popolare. È tutto questo, ma anche molto di più, Die Zauberflöte (Il flauto magico), ultimo titolo del catalogo melodrammatico di Wolfgang Amadeus Mozart, rappresentato per la prima volta al Theater auf der Wieden di Vienna il 30 settembre del 1791: il musicista avrebbe esalato l’ultimo respiro appena sessantacinque giorni dopo, lasciando incompiuto il suo testamento spirituale, il Requiem scritto su commissione di un misterioso aristocratico. Ed è proprio all’ultimo scorcio della folgorante parabola artistica del compositore salisburghese che il Teatro Massimo Bellini sta dedicando un focus, per le inaugurazioni dei cartelloni sinfonico e lirico, entrambe affidate alla bacchetta del suo direttore principale ospite, Gianluigi Gelmetti.
Così, a pochi giorni di distanza dall’applaudita esecuzione del componimento funebre, con cui è stata avviata la stagione sinfonica, ritorna sulle scene liriche catanesi l’estremo capolavoro lirico mozartiano, assente dal 1999, quando per la seconda e ultima volta venne presentato al pubblico il leggendario allestimento firmato da Werner Herzog nel 1991, in occasione del bicentenario della morte del compositore. Non minore attesa accompagna tuttavia il debutto della nuova produzione, che al nome di Gelmetti associa quello di un regista del calibro di Pier Luigi Pizzi, decano delle scene teatrali, che ha firmato il suo primo allestimento mozartiano, Don Giovanni, nel 1952. Impegnato non solo per la regia, ma anche come autore delle scene e dei costumi, l’artista milanese è garanzia di ineguagliabile eleganza e di una raffinatezza che scaturisce dalle minuziose ricerche iconografiche, punto di partenza di sontuose ricostruzioni d’epoca.
Beniamino del pubblico catanese, Gianluigi Gelmetti dal 2017 è direttore principale ospite del “Bellini”, dopo una carriera stratosferica che lo ha portato alla direzione, tra l’altro, dell’Orchestra della Radio di Stoccarda, dell’Orchestra della Rai di Roma, dell’Orchestra Sinfonica di Sidney, dell’Opera di Roma e dell’Orchestre Philharmonique de Monte-Carlo. Non solo direttore d’orchestra, ma anche compositore e regista, la bacchetta di Gelmetti è a proprio agio in un repertorio che spazia dal tardo Settecento fino al primo Novecento, con una particolare predilezione per opere rare o dimenticate, incise per le più prestigiose etichette discografiche.
In prezioso equilibrio tra giovani talenti e affermate celebrità internazionali, il cast schiera elementi di spicco, a cominciare dalla Regina della notte di Christina Poulitsi, stratosferico soprano di coloratura, che ha già interpretato il ruolo – uno tra i più temibili dell’intera letteratura musicale – a Parigi e Tokyo, a Londra e New York, a Barcellona come a Dresda. Le si contrappone l’austero Sarastro del basso australiano Karl Huml, mentre Elena Galitskaya, soprano russo di Dimitrovgrad, vestirà i panni di Pamina. Tra gli artisti italiani, invece, vanno menzionati almeno il giovanissimo Tamino di Giovanni Sala, che si è già cimentato con il ruolo del nobile principe allo Sferisterio di Macerata come alla Scala di Milano, come vincitore del Concorso dell’Accademia di Alto perfezionamento del prestigioso teatro, e l’esperiente Papageno di Andrea Concetti, che già nel 2000 è stato interprete mozartiano selezionato da Claudio Abbado.
Un’alchimia magica per un Flauto imperdibile.