Prosegue il ciclo in diretta streaming gratuita con un’opera che è un inno alle virtù del popolo del Bel Paese.
CATANIA – Grande successo per l’iniziativa Teatro Bellini Story, la proposta digitale del Teatro Massimo Bellini, che – nel perdurare dell’emergenza sanitaria e aderendo alla campagna #iorestoacasa – ha scelto di aprire al pubblico le porte dei suoi archivi storici ricchi di musica, arte ma soprattutto passione: una preziosa raccolta di opere, balletti e concerti trasmessi gratuitamente in diretta streaming sul proprio canale ufficiale YouTube.
Veri e propri “eventi”, che hanno raggiunto oltre 19.000 visualizzazioni, grazie a titoli d’eccezione: tra gli altri, le belliniane “Norma” e “Beatrice di Tenda”, entrambe con il soprano Dimitra Theodossiou protagonista, “La Quinta Sinfonia” di Beethoven diretta da Elio Boncompagni, il verdiano “Un ballo in maschera” (con il quale il Teatro ha voluto ricordare il tenore Marcello Giordani).
Il prossimo titolo in programmazione, previsto per domenica 19 aprile, alle 18.30, porterà una ventata di ottimismo e amor di patria, per attendere con ottimismo e fiducia lo scoccare della fase 2, che consentirà, sempre mantenendo la massima prudenza, di allentare le restrizioni necessariamente imposte dalla pandemia in atto. La scelta è caduta dunque sull’esilarante opera buffa di Gioachino Rossini “L’italiana in Algeri”, di cui verrà proposto il video dell’allestimento andato in scena nel 2012 con un cast di eccellente qualità. La regia è infatti di Michele Mirabella, la direzione d’orchestra di Giuseppe La Malfa; nei ruoli principali il grande basso baritono Simone Alaimo (nelle vesti del bey Mustafà), Manuela Custer (Isabella), Daniele Zanfardino (Lindoro), Sonia Peruzzo (Elvira), Clemente Antonio Daliotti (Taddeo). E ancora Loredana Megna (Zulma), Salvo Todaro (Haly).
La formula adottata consente agli spettatori online di interloquire l’un l’altro in aperto confronto: ciascun utente può infatti condividere le emozioni della diretta attraverso una chat dedicata. “Silenzio in sala” si legge ironicamente tra i commenti, “Buona serata e buona visione”, “Saluti da Londra!”, “Grazie per questa iniziativa, sono bloccato negli Emirati Arabi e mi sto godendo una serata meravigliosa”, “Bello questo pomeriggio a Teatro, eh?”; e ancora – “Oggi ho preso una poltrona centrale…”, “Prontissima nel mio palco personale!”. Commenti entusiasti sono giunti anche da utenti stranieri, che hanno seguito lo streaming da Francia, Spagna, Germania, Grecia, Danimarca, Regno Unito ed Emirati Arabi.
Ancora più interessanti i numeri. A cura del Settore comunicazione coordinato dalla giornalista Caterina Rita Andò, il ciclo Teatro Bellini Story è stato progettato e realizzato da Andrea Di Giovanni e Giuseppe Tiralosi conseguendo risultati che meritano di essere sottolineati. L’iniziativa ha infatti attirato un’ampia percentuale di giovani (la fascia 25-34 anni è stata la più presente), che hanno partecipato attivamente soprattutto attraverso le “stories” su Instagram. I canali social, insieme alla newsletter legata al sito www.teatromassimobellini.it (che ha registrato 18.300 accessi nell’ultimo mese), sono i veicoli promozionali attraverso i quali vengono diffuse curiosità, immagini fotografiche d’archivio e i video trailer delle opere in programmazione. L’evento facebook di “Norma” ha coinvolto attivamente il proprio pubblico, generando complessivamente 7.500 interazioni; il solo trailer di lancio è stato visualizzato per 2.800 minuti e oltre 4.000 nuovi utenti hanno richiesto di poter partecipare alla diretta, ricevendo una notifica personalizzata che li ha avvisati dieci minuti prima dell’inizio dello spettacolo.
Così avverrà pure per la rossiniana “Italiana’, autentica pietra miliare del teatro musicale, in cui si eleva un esplicito, autentico inno alle virtù del Bel Paese e del suo popolo, che anche in questi giorni emergono in tutta evidenza. Composta dal Pesarese ad appena 21 anni e in soli 18 giorni, l’opera andò in scena per la prima volta il 22 maggio 1813 nel Teatro San Benedetto di Venezia. Il plot si ispira alla vicenda, realmente accaduta, di una donna milanese rocambolescamente rapita dai corsari all’inizio dell’800, poi portata in un harem di Algeri e infine tornata lesa in Italia. Stendhal ha definito questo capolavoro “la perfezione del genere buffo”. Come non concordare con questo giudizio? E sul primato tutto italico del genio rossiniano si sofferma nelle note di regia Michele Mirabella, quando scrive: “E viene in mente che la più bella ‘Italiana’ che il bey possa meritare e ottenere resti con lui, e con e la sua gente, sia proprio la Musica”.