Il dolore di una Madre, la tragedia del Calvario. Due esperienze laceranti, umanamente insopportabili ma illuminate dalla luce della fede, trovano voce nello Stabat Mater, sequenza della liturgia cattolica risalente al XIII secolo in cui si medita non soltanto sul mistero della Croce, ma anche sullo straziante sofferenza della prima donna ad averla condivisa, punto d’incontro tra il Cristo morto e l’umanità intera. Proprio alla preghiera dell’Addolorata è dedicato il concerto della Settimana Santa del Teatro Massimo Bellini di Catania, in cartellone venerdì 19, alle ore 20,30, in replica pomeridiana il giorno successivo alle 17,30. Dopo altre, simili proposte degli anni precedenti – si ricordi almeno il monumentale Messiah di Händel o la drammaticità delle Sette ultime parole di Cristo di Haydn – quest’anno sarà la volta dello Stabat Mater, proposto nell’intonazione tardo-ottocentesca di Antonín Dvořák, imponente affresco sinfonico-corale composto a partire dal febbraio del 1876 – a seguito della prematura scomparsa della figlia Josefa – ma eseguito per la prima volta a Praga il 23 dicembre del 1880, prima di ricevere l’attesa consacrazione internazionale al Royal Albert Hall di Londra nel 1884. Articolato in dieci numeri musicali, il componimento è immerso in un clima di pacata rassegnazione, esibisce un senso della misura che si fa malinconia struggente, un’intimità ferita dalla tragedia nell’affiorare di ritmi, colori e atmosfere rituali della campagna boema. Il dolore di una confessione privata si stempera in una ricerca melodica di tono severo e ieratico, in una drammaticità che si affranca dalla dimensione teatrale – che era appartenuta a Rossini – per attingere a una dimensione di velata tristezza, morbidamente schubertiana.
Un capolavoro di rarissima esecuzione, che vedrà impegnati l’Orchestra e il Coro dell’ente lirico etneo, affidati alla bacchetta di Luigi Piovano, mentre la direzione del coro è come sempre assicurata da Luigi Petrozziello. Un quartetto di giovani solisti – il soprano Eleonora Contucci, il contralto Francesca Pierpaoli, il tenore Antonio Corianò, il basso Daniel Giulianini – completa la locandina. Particolarmente gradito è il ritorno sul podio del Bellini di Luigi Piovano, primo violoncello solista dell’Orchestra dell’Accademia nazionale di S. Cecilia di Roma, camerista di vaglia – al fianco di solisti del calibro di Myung-Whun Chung, Alexander Lonquich, Antonio Pappano o delle sorelle Labèque – ma attivo anche come direttore d’orchestra dal 2002, in concerti che lo hanno visto al fianco di Luis Bacalov, Stefano Bollani, Pietro De Maria e François-Joël Thiollier.