Sette repliche dal 21 al 28 dicembre 2021
“La musica di Bach – sottolinea il prestigioso coreografo e regista catanese – riesce, per quanto mi riguarda, ad unire ogni espressione d’arte sotto uno stesso involucro ed è strumento di creatività infinita così come lo è la natura”.
CATANIA – Sta attraversato la penisola emozionando il pubblico degli appassionati più esigenti. Ha trovato consenso incondizionato nella critica specializzata più severa, la stessa che da oltre trent’anni segue il percorso di Roberto Zappalà, nome di prima grandezza della danza contemporanea internazionale. Parliamo della Compagnia Zappalà Danza in tour con “Rifare Bach”, la nuova creazione del coreografo e regista catanese, che approda dal 21 al 28 dicembre al Teatro Massimo Bellini di Catania sull’onda del grande successo della tournée nazionale in corso. Una marcia trionfale inaugurata con la prima assoluta andata in scena il 29 settembre al Teatro Politeama di Napoli nell’ambito del Campania Teatro Festival, debutto felicissimo che ha spianato il successo delle tappe successive, incluso il prestigioso cartellone del festival MilanOltre, a conferma della valenza e caratura che contraddistingue gli allestimenti del Centro nazionale di produzione della Danza Scenario Pubblico/Compagnia Zappalà Danza.
In questo spettacolo, che ha per eloquente sottotitolo “La naturale bellezza del creato”, Roberto Zappalà cura in profondità l’estetica e il linguaggio del corpo, e lo fa dedicando un’intera serata a Johann Sebastian Bach, che con la sua musica cristallina e preziosa incarna per il coreografo l’ideale di un’arte pura e “onesta”. L’artista firma coreografia e regia ma anche luci, scene e costumi, questi ultimi insieme a Veronica Cornacchini. Sulla scena agiscono i danzatori della Compagnia Zappalà Danza: Corinne Cilia, Aya Degani, Filippo Domini, Anna Forzutti, Gaia Occhipinti, Delphina Parenti, Silvia Rossi, Joel Walsham, Valeria Zampardi, Erik Zarcone.
Al centro del lavoro un universo coreografico che mette il corpo, con tutta la sua fragilità, quale elemento fondante e transito ineludibile. Molti anni sono trascorsi da quando Roberto Zappalà si è confrontato con una creazione priva di una forte drammaturgia spesso legata al sociale: in “Rifare Bach” nessuna drammaturgia articolata e nessun intellettualismo, soltanto una stretta relazione tra l’estetica più eterea della musica e quella più carnale della danza per un viaggio denso di poesia.
La “naturale bellezza” del corpo dei danzatori e della musica di Bach ha nella creazione un corollario di suoni della natura e del mondo animale, come delle mini ouverture che introducono le note bachiane. Immagini bucoliche si susseguono, una natura quasi da alba dell’umanità dove i suoni dell’oggi, della sua violenza e tragedia sono ancora assenti, un grido d’allarme “futurista” che crea spazi su cui riflettere e sul sentire comune a volte assopito.
Ascoltare la natura e i suoi “silenzi”, per un ritorno a un mondo dove sia ancora possibile intendere la “straziante e meravigliosa bellezza del creato”, per citare il Pasolini di “Che cosa sono le nuvole?”
Roberto Zappalà lo sottolinea: «Gli esseri umani hanno da sempre guardato alla natura per comprendere il senso del loro essere qui e delle loro azioni. La natura è comune a tutti ed è la madre di tutti, considerare la natura equivale a considerare l’universalità delle cose. La musica di Bach per quanto mi riguarda riesce ad unire ogni espressione d’arte sotto uno stesso involucro ed è strumento di creatività infinita così come lo è la natura, anche quella che, attraverso i suoni, entra a pieno titolo è nel mio lavoro. Uno spazio dove silenzio, ascolto, percezione e gesto saranno presenti in modo unitario nel rispetto delle singole differenze.»
Il titolo “Rifare Bach” vuole anche essere un richiamo alle tante rivisitazioni musicali che nel tempo sono state fatte delle opere del compositore tedesco, e alcune di queste sono parte della ricerca del coreografo nella composizione musicale dell’opera.
Far vivere in danza l’ammirazione che Zappalà nutre da sempre per il grande musicista tedesco è stato il fattore trainante che gli ha permesso di comporre tra soli, duetti, trii e ensemble, alcune delle pagine coreografiche a lui più care nella sua trentennale attività.
Un impegno che lo ha portato a fondare e consolidare un raro esempio in Italia di centro coreografico europeo, dando vita a spettacoli che hanno lasciato il segno e sviluppando una rete di sinergie.
Numerose infatti le collaborazioni internazionali per la produzione di “Rifare Bach”, dallo stesso Teatro Massimo Bellini di Catania al Belgrade Dance Festival (Belgrado), insieme a Fondazione Teatro Comunale di Modena, MilanOltre Festival, Centre Chorégraphique National di Rillieux-la-Pape (Lione), M1 Contact Contemporary Dance Festival di Singapore e Hong Kong International Choreography Festival.
La Compagnia Zappalà Danza è sostenuta dal MIC-Ministero della Cultura e dalla Regione Siciliana-Assessorato del Turismo, dello Sport e dello Spettacolo.
Per maggiori informazioni: scenariopubblico.it
Rassegna stampa
Da sempre Zappalà ha tenuto la barra dritta nel mare della danza contemporanea e questo “Rifare Bach” è un canto alla natura e alla cristallina, matematica e poetica musica di Bach. (Sergio Trombetta, La Stampa)
È proprio questo rapporto con la natura che il coreografo pone al centro del suo lavoro, attraverso la ricerca di una energica gestualità “primitiva”, contrastata, spontanea, modellata insieme ai suoi dieci straordinari interpreti. (Roberto Giambrone, Il Sole 24 ore)
“Rifare Bach” è un lavoro poetico sull’Infinito: la natura e il potere universale della musica di Bach. Uno spettacolo dalla gestualità intensa, carico di poesia che ci vuole riportare per mano, senza paura, alle nostre origini. (Manuela Binaghi , Repubblica, Belladanza)
La bellezza del creato messa in agenda nel sottotitolo è in scena tutta nei corpi potenti dei dieci danzatori. (Stefano Tomassini, Teatro&Critica)
E come quando si vuole ascoltare una sua toccata o una fuga o una passacaglia non bisogna far altro che entrare silenziosi e lasciarsi prendere per mano, così anche per lo spettacolo “Rifare Bach”, della Compagnia Zappalà Danza, non serve altro che abbandonarsi al piacere della pura danza. (Giuseppe Distefano, Exibart)
Tutto in scena diventa corpo, azione, sensazione, quasi sembra di trovarsi di fronte ad un quadro in movimento. Ne viene fuori una danza istintiva e potente, sensuale e molto fisica, una danza carnale ed allo stesso tempo delicata, vibrante di poesia e dalle suggestioni vivide. (Nicoletta Severino, Made in Pompei)
COMPAGNIA ZAPPALA’ DANZA
Compagnia di punta del panorama italiano, da 30 anni portatrice del pensiero artistico di Roberto Zappalà, si distingue per la disponibilità di un repertorio ampio e articolato, frutto del lavoro sinergico del coreografo, del suo drammaturgo di riferimento Nello Calabrò e dei danzatori che negli anni hanno permesso la realizzazione di oltre 80 produzioni di diversa tipologia, ospitate in tutto il mondo da teatri e festival di rilievo internazionale. Caratteristica delle creazioni è anche un rigoroso lavoro sul linguaggio che nel tempo è stato costruito, denominato MoDem.
Numerosi i riconoscimenti ricevuti, tra questi il Premio Danza&Danza per gli spettacoli “A.semu tutti devoti tutti?” (2009) e “LA NONA” (2015). Dal 2002 la Compagnia Zappalà Danza è residente a Catania presso Scenario Pubblico, una struttura che ha consentito alla compagnia e al coreografo di ampliare e approfondire il lavoro di ricerca coreografica e di radicarsi sul territorio. Nel 2015 insieme a Scenario Pubblico ha ottenuto dal Ministero della Cultura il riconoscimento di Centro Nazionale di Produzione della Danza, insieme ad altre tre strutture Italiane.
ROBERTO ZAPPALÀ
Da 30 anni Roberto Zappalà percorre e racconta, come nessun altro, un sud vivo e vibrante insieme alla sua Compagnia «con tenacia, lucidità, visione e continua voglia di andare avanti, di perfezionare la sua poetica, di dare una casa alle sue idee di danza, naturalmente umanista e filosofica.» (delteatro.it).
Realizza solo per la propria compagnia oltre 80 creazioni prevalentemente a serata intera.
Diverse le collaborazioni con altre compagnie, tra queste Balletto di Toscana, la Scuola di Ballo del Teatro alla Scala di Milano, Norrdans (S), ArtEZ Arnhem (NL), la Fondazione Theaterwerkplaats Generale Oost (NL), Goteborg Ballet/Opera di Goteborg (S).
Nel 2011 realizza le coreografie della cerimonia di apertura dei Mondiali di Scherma. Nel 2016 cura il progetto Insieme – Parata Urbana per il Défilée della Biennale di Lione.
Ha collaborato con registi d’opera quali Federico Tiezzi, Daniele Abbado e Giorgio Barberio Corsetti e con artisti del panorama internazionale tra questi Giovanni Sollima, Paolo Fresu, Fabio Vacchi, Puccio Castrogiovanni, Vincenzo Pirrotta, Alfio Antico, Gianluigi Trovesi e altri.
Con Christian Graupner (Humatic, Berlino) ha realizzato l’installazione interattiva MindBox, secondo premio al Guthman Musical Instrument Competition (Atlanta/USA 2011).
Roberto Zappalà è responsabile del recupero e ideazione di Scenario Pubblico a Catania, aperto nel 2002, residenza della Compagnia Zappalà Danza e raro esempio in Italia di centro coreografico europeo. Nel 2013 riceve il Premio dell’Associazione Nazionale Critici di Teatro. Il coreografo e regista catanese è artista associato al festival MilanOltre.