Aspettando il 2020. A mo’ di anticipo delle celebrazioni che, su scala mondiale, caratterizzeranno il 250° anniversario della nascita di Ludwig van Beethoven, il Teatro Massimo Bellini di Catania riprende la stagione concertistica, nella sezione autunnale, con un recital monografico dedicato a tre dei sedici Quartetti per archi del musicista di Bonn, autentica spina dorsale dell’evoluzione creativa dell’autore. Sul palcoscenico del Bellini, domenica 6 ottobre alle ore 20,30, si esibirà infatti il Quartetto Adorno, al suo debutto etneo, per un concerto che coinvolge il teatro catanese tra le altre sedi – da Lucca a Vercelli, da Cagliari a Venezia – di un ambizioso progetto, che mira all’esecuzione integrale dell’opera quartettistica beethoveniana.
La locandina, impaginata per l’occasione, ne prevede un ampio ed esaustivo excursus, che prende le mosse dal primo Quartetto composto da Beethoven, il terzo dei sei dell’op. 18, composti nell’ultimo triennio del Settecento e pubblicati a Vienna nel 1801, ancora inscritti nella tradizione haydniano-mozartiana. Sarà poi la volta del secondo Quartetto dell’op. 59, in mi minore, commissionata dal conte Andrej Kirillovič Razumovskij e pubblicata nel 1808, opera di vaste dimensioni tanto da appartenere ai cosiddetti quartetti ‘sinfonici’. La conclusione è affidata all’undicesimo Quartetto in fa minore, op. 95, che appartiene al periodo ‘di mezzo’ (venne composto infatti nel 1810, ma edito sei anni più tardi) e che inaugura l’estrema stagione beethoveniana per l’economia di mezzi dispiegati e la ricerca di quella stringatezza espressiva, quel ‘flusso continuo’, che connota gli ultimi numeri del catalogo del musicista.
Intitolato al grande filosofo della musica mitteleuropeo, il Quartetto Adorno è stato fondato nel 2015 da Edoardo Zosi e Liù Pelliciari, violinisti, Benedetta Bucci, violista, e Danilo Squitieri, violoncellista. Si è perfezionato alla Scuola di Musica di Fiesole e, nel 2017, ha sbaragliato il Concorso internazionale “Paolo Borciani”, vincendo in un sol colpo il Terzo premio, il Premio della critica e il Premio per la migliore esecuzione del brano contemporaneo, repertorio al quale riserva particolare attenzione (è, tra l’altro, dedicatario di un componimento di Régis Campo). Ha collaborato con musicisti del calibro di Paul Badura-Skoda, Bruno Canino, Fabrizio Meloni, Paul Meyer e Giovanni Sollima ed è associato in residenza alla Chapelle Musicale Reine Élisabeth di Bruxelles.