Palcoscenico

Palcoscenico

Sospesa tra cielo e terra, ponte ideale tra Europa e Asia, tra monasteri e fari arroccati tra scoscese montagne, l’Armenia è come uno scrigno prezioso che, privo di uno sbocco sul mare, ha gelosamente conservato tradizioni popolari e memorie musicali di pregio, schiudendosi alle influenze occidentali solo negli ultimi anni dell’Ottocento. Scoprirne il panorama sonoro è l’appassionante compito di un concerto sinfonico, appositamente impaginato per raccontarne la storia, il paesaggio, i miti.

Spetta alle musiche di Aleksandr Afanas’evič Spendjarov sollevare un impalpabile velario che si schiude sugli orizzonti sconfinati di una delle sue pagine più celebri, gli Studi di Erevan, op. 30, composti nei primi anni Trenta del Novecento per esaltare le qualità timbriche della compagine orchestrale del neonato Conservatorio della capitale. Risale invece agli ultimi anni dello stalinismo il Concerto per tromba e orchestra di Aleksandr Grigori Arutiunian, personalità di spicco dell’intelligencija sovietica, sotto i riflettori con un titolo che, se da una parte  richiama forme e generi del periodo barocco, dall’altro le impiega come cornice di preziosi riferimenti a sonorità gitane, russe e armene dallo slancio epico e travolgente.

Protagonista tra i più significativi del teatro musicale sovietico degli anni immediatamente successivi è invece Aram Il’ič Chačaturjan, di cui sarà possibile indagare il variegato, avvincente approccio al palcoscenico: dapprima grazie alle musiche di scena per  Maskarad di Lermontov, quindi con la prima Suite dal suo capolavoro coreografico, Spartacus, che ripercorre gesta e amori del gladiatore ribelle, tragico emblema di una titanica rivolta per l’emancipazione dalla schiavitù e la conquista della libertà.

Sarà tuttavia interamente italiano il team di protagonisti del concerto, a partire dalla bacchetta di Paolo Paroni, direttore principale ospite del New York City Ballet dal 2014, direttore apprezzato sui principali palcoscenici lirici internazionali. Avrà il compito, tra l’altro, di tenere a battesimo nella sala del Sada il giovanissimo, ma già pluripremiato talento di Alessandro Rosi, sedicenne trombettista rietino che l’estate scorsa si è aggiudicato il prestigioso Premio nazionale delle arti, XII edizione, a Caltanissetta; e in atto Prima tromba dell’Orchestra giovanile dell’Accademia nazionale di Santa Cecilia di Roma.