«L’istessa lingua italiana non ha termini come descrivere lo spirito tumultuante che investiva il pubblico, chiamandomi sul palco». Vivamente emozionato, con queste parole Vincenzo Bellini partecipava ai familiari l’autentico «furore» suscitato dal debutto del Pirata al Teatro alla Scala di Milano, la sera del 27 ottobre del 1827. Si trattava, infatti, di una rivoluzione copernicana nella concezione stessa della drammaturgia musicale di primo Ottocentesco, che puntava adesso su un soggetto innovativo: la guerra contro il fato ingaggiata dal protagonista, un ribelle di stampo byroniano che si era fatto pirata per vendicare i torti subiti dalla famiglia e la rinuncia alla donna amata, sposata a forza dal suo rivale politico.
Autentico incunabolo dell’estetica romantica, di cui è considerato una pietra miliare, Il pirata vede la luce nell’ambito di quei circoli intellettuali milanesi, sensibili alle istanze libertarie, che gravitano intorno alla figura di Andrea Maffei, traduttore e divulgatore delle ultime novità del panorama culturale europeo. Madame de Staël e i fratelli Schlegel, Schiller e Byron sono i punti di riferimento di nuovi codici espressivi, ormai lontani dagli ideali classicisti della Restaurazione, destinati a far presa sul giovane musicista catanese, fresco di studi nel blasonato agone partenopeo, e sul suo librettista, Felice Romani, con cui avrebbe avviato uno dei più fecondi sodalizi artistici dell’intera storia del melodramma. Alla prima, a dar vita a questi personaggi, cui è negata la felicità sulla terra e che per questo vengono travolti da un ineluttabile cupio dissolvi, viene selezionata una compagnia di canto stellare: accanto al soprano Henriette Méric-Lalande e al baritono Antonio Tamburini spicca infatti il tenore Giovanni Battista Rubini – «non si può desiderare di meglio», avrebbe chiosato il compositore a tal proposito – chiamato a dar voce, con il suo canto angelicato, a un inafferrabile ideale di slancio e giovinezza, lealtà e valore.
Assente dalle scene catanesi dal gennaio del 2001, quando inaugurò le celebrazioni per il bicentenario della nascita di Vincenzo Bellini con una memorabile produzione, Il pirata ritorna al Teatro Massimo Bellini di Catania con un cast guidato da Filippo Adami e Francesca Tiburzi, tra i protagonisti della Straniera che aveva inaugurato la stagione lirica del 2017. Sul podio Miquel Ortega, direttore e compositore catalano, mentre Giovanni Anfuso, applaudito per le sue recenti produzioni kolossal alle Gole dell’Alcantara, firma un nuovo allestimento dell’opera.