Venerdì 22 marzo alle ore 20:30 turno A, con replica sabato 23 marzo ore 17:30.
CATANIA – Doppio focus su Čajkovskij e Respighi, con un programma che abbina il celeberrimo Concerto n.1 per pianoforte e orchestra del compositore russo a pagine iconografiche e iconiche del catalogo respighiano, come “Fontane di Roma” e il “Trittico botticelliano”. È la scelta di Fabrizio Maria Carminati, bacchetta di fama internazionale e dal 2020 direttore artistico del Teatro Massimo Bellini di Catania, per l’impaginazione del prossimo appuntamento della stagione concertistica, che vedrà altresì come solista ospite il pianista comisano Ruben Micieli, giovane stella del firmamento pianistico. L’evento è in calendario per venerdì 22 marzo alle ore 20:30 turno A, con replica sabato 23 marzo ore 17:30. Prosegue così un cartellone che per qualità di opzioni ed esecutori sta facendo registrare un costante, straordinario afflusso di pubblico e ripetuti sold out.
Il Concerto n. 1 in si bemolle minore op. 23 è tra i più eseguiti al mondo, per il suo impianto monumentale, ed è il più conosciuto dei tre concepiti da Čajkovskij che lo compose tra il novembre 1874 ed il febbraio 1875; la prima avvenne a Boston il 25 novembre dello stesso anno con al pianoforte il leggendario Hans von Bülow, grande virtuoso oltre che eccezionale direttore d’orchestra. In realtà dedicatario era stato in un primo momento Nikolaj Rubinštejn, direttore del Conservatorio di Mosca e maestro della tastiera, ma questi aveva mostrato di apprezzare poco la partitura e chiese radicali interventi che Čajkovskij rifiutò di apportare.
Una settimana dopo l’esordio americano, l’op. 23 debuttò in Russia al Conservatorio di San Pietroburgo con il pianista russo Gustav Kross ed il direttore ceco Eduard Nápravník.
La partitura fu negli anni rivisitata due volte dall’autore, che nonostante si fosse rifiutato di apportare le modifiche pretese da Rubinštejn, adottò invece in seguito quelle suggerite dal pianista Edward Dannreuther, e altre ne introdusse dopo aver ammirato la performance di Aleksandr Ziloti. La versione corrente è appunto quella di Čajkovskij con modifiche di Dannreuther e Siloti.
L’opera, che pure era stata concepita con un’impronta occidentale, presenta diffusamente forme e timbri del folklore russo, cui spesso il compositore amava naturalmente attingere, arricchendo di indubbio fascino le sue creazioni.
Nel «Trittico Botticelliano», composizione del 1927, Respighi rinuncia alla grande orchestra che aveva reso celebri i suoi «poemi sinfonici» e preferisce un organico ridotto più consonante con le delicate nuance predilette dal pittore, di cui l’opera esplorare tre capolavori: “Allegoria della Primavera”, in cui il compositore evoca con trilli e tremoli le soavi danze e il sorriso estatico della figura principale affiancata dalle tre Grazie; “Adorazione dei Magi”, inscritta in un’atmosfera pastorale rievocata attraverso un’antica cantilena popolare natalizia; infine “La nascita di Venere”, soggetto pagano reso da un movimento ondeggiante, ispirato alla visione del mare increspato dagli zeffiri, mentre si fa strada un motivo ampio, costruito sulle antiche scale greche.
“Fontane di Roma” fa parte della “Trilogia romana”, che comprende “Feste romane” e “I pini di Roma”.
I quattro movimenti s’intitolano ciascuno ad una storica fontana della città eterna, descritta in una differente ora del giorno. Il lavoro rappresenta uno degli esempi più riusciti e coerenti di poema sinfonico. La prima esecuzione nel Teatro Augusteo della capitale, l’11 marzo 1917, diretta da Antonio Guarnieri, non riscosse particolari consensi. Trionfale fu invece l’anno seguente l’esecuzione milanese diretta da Arturo Toscanini. Il primo movimento, “La fontana di Valle Giulia all’alba”, mostra il sito immerso un paesaggio pastorale; il secondo “La fontana del Tritone al mattino” evoca le Naiadi e i Tritoni danzanti nella luce del giorno, come suggeriscono le figure scolpite dal Bernini, la cui arte contempla ancora divinità che suonano conchiglie, figure qui affidate alla suggestione sonora del corno. Il terzo movimento “La fontana di Trevi al meriggio” si apre con un trionfo che porta la notizia della vittoria di Nettuno; il quarto finale “La fontana di Villa Medici al tramonto” trasmette un sentire melanconico, via via che il buio subentra al sole che sparisce dietro l’orizzonte.
Un tale excursus è ideale per un direttore d’orchestra del calibro e della vocazione di Fabrizio Maria Carminati. Diplomatosi in pianoforte sotto la guida di Carlo Pestalozza, ha proseguito gli studi di composizione a Milano con Vittorio Fellegara. Consegue il diploma di Direzione d’orchestra a pieni voti. Entra giovanissimo al Teatro Regio di Torino dove esordisce dirigendo La bohème nel 1992. Collabora con la Fondazione torinese fino al 2000 dirigendo 13 diversi titoli d’opera e svariati concerti sinfonici. Contemporaneamente gli erano stati affidati i ruoli di Responsabile d’Area artistica, assistente alla Direzione artistica e al Sovrintendente. Dal 2001 al 2006 è componente del C.d.A. del Teatro Regio di Torino, dal 2000 al 2004 Direttore artistico del Teatro Donizetti di Bergamo, dal 2004 al 2007 dell’Arena di Verona. Dal 2008 al 2015 ha avuto la nomina di primo direttore ospite all’Opéra de Marseille, dal 2018 è primo Direttore ospite al Verdi di Trieste. Regolarmente invitato a dirigere nelle maggiori istituzioni teatrali nazionali ed internazionali, ha all’attivo più di sessanta titoli d’opera, che lo vedono acclamato come esperto interprete donizettiano, ma più in generale in un repertorio che spazia dal belcanto italiano (Paisiello, Rossini, Bellini, Verdi, Puccini) fino al Novecento italiano e tedesco (Puccini, Leoncavallo, Giordano, Cilea, Menotti, Humperdinck) con una brillante parallela carriera sinfonica espletata in altrettante prestigiose sedi italiane ed europee.
È regolare ospite di teatri quali l’Opera di Roma, la Fenice di Venezia, il Maggio Musicale Fiorentino, il Carlo Felice di Genova, il Regio di Torino, il Massimo di Palermo, il Regio di Parma, il Festival Puccini Torre del Lago, l’Opéra di Lione, di Strasburgo, di Nizza e di Marsiglia, l’Abao di Bilbao, la Maestranza di Siviglia, la Kansai Opera di Osaka, Bunka Kaikan di Tokyo, Opera di Pechino, Opera di Muscat in Oman, São Carlos di Lisbona; Festival di Wildbad, Tbilisi Opera and Ballet State Theatre e il Bellini di Catania, dove in veste anche di direttore artistico del Bellini International Context, ha diretto I Puritani, Norma e I Capuleti e i Montecchi; con le compagini etnee ha inciso per Prima Classic Il pirata con Javier Camarena e Marina Rebeka, che ha vinto l’International Classical Music Awards 2022, tra i riconoscimenti più importanti per la musica classica a livello internazionale.
Felici anche le sue esperienze discografiche con opere quali “Le convenienze e inconvenienze teatrali”, “Il campanello” (con Leo Nucci ed Enzo Dara), “I pazzi per progetto”, “Lucia di Lammermoor”, “Anna Bolena” (con Dimitra Theodossiou) e due incisioni di “Maria Stuarda” (con Carmela Remigio e Sonia Ganassi) di Donizetti; “Norma” di Bellini (con Fiorenza Cedolins e Vincenzo La Scola), “Fedora” di Giordano (con Katia Ricciarelli e José Cura), “Gianni Schicchi” di Puccini e “Il telefono” di Menotti.
Di rilievo anche il percorso del giovane solista.
Pianista, direttore d’orchestra e compositore, Ruben Micieli ha iniziato la propria formazione musicale con Javorka Misic; studia e continua a perfezionarsi con Giovanni Cultrera, con il quale consegue il diploma e la laurea di II livello in Pianoforte con il massimo dei voti, la lode, una menzione speciale d’onore e la registrazione da conservare negli archivi come documento di eccellenza presso il Conservatorio V. Bellini di Catania. Di importante rilevanza gli incontri artistici con Aquiles Delle Vigne.
È stato vincitore del 2º premio e del premio speciale come migliore interpretazione della Sonata in Si minore di Liszt al 9th International F. Liszt Piano Competition Weimar – Bayreuth 2018 e di più di 40 concorsi nazionali e internazionali. Nel 2021, è stato vincitore del Premio come migliore Italiano al 66° Maria Canals International Piano Competition di Barcelona.
Si è esibito in sale da concerto e teatri in Europa e Asia tra i quali il Teatro La Fenice di Venezia, Salle Cortôt di Parigi, Weimarhalle, Steinway Hall di Londra, Recital Hall di Hong Kong, Teatro Municipale di Piacenza, Ruinekerk in Bergen (Olanda), Auditorium Paganini di Parma, Auditorium Victor Villegas de Murcia, Sala Solitär di Salisburgo etc.
Ha suonato con orchestre quali la Staatskapelle Weimar Orchestra, Orchestra Arturo Toscanini di Parma, Orquestra Filarmonia das Beiras, Orquesta Sinfonica de la Region de Murcia, Filarmonica di Bacau etc.
Ha partecipato a importanti festival quali il Oeschberghof Classic Piano Festival, Concerts Grand Salon di Zurigo, Milano Piano City, Hong Kong Summer Festival, Lerici Music Festival, Concierto del Castillos en Águilas, Misano Music Festival.
Nel 2022 è entrato a far parte degli artisti della Keyboard Charitable Trust di Londra.
Ha inciso un CD per KNS Classical, un CD per A2DV Generation con l’integrale degli studi di Chopin, e nel 2022 ha pubblicato 3 album con la IMD Music. Ha firmato un contratto discografico con l’etichetta Naxos per la quale ha registrato nel gennaio 2024.