Rigoletto
Musica di Giuseppe Verdi
Opera in tre atti su libretto di Francesco Maria Piave
Personaggi e interpreti
Rigoletto George Gagnidze/Anooshah Golesorkhi/ Roman Burdenko
Gilda Enkeleda Kamani/Alina Tkachuk/Federica Foresta
Il Duca di Mantova Ivan Magrì/Valerio Borgioni
Sparafucile Ramaz Chikviladze/Valentin Azarenkov
Maddalena Elena Belfiore/Mariam Baratashvili
Giovanna Elena Borin
Il conte di Monterone Luca Dall’Amico/Viktor Shevchenko
Marullo Fabrizio Brancaccio
Matteo Borsa Riccardo Palazzo
Il conte di Ceprano Gianluca Failla
La contessa di Ceprano Sonia Fortunato
Un usciere di corte Angelo Nardinocchi
Un paggio della duchessa Ylenia lasalvatore
Direttore Jordi Bernàcer
Regia Leo Nucci
Scene Carlo Centolavigna
Coreografie Giuseppe Bonanno
Costumi Artemio Cabassi
Luci Bruno Ciulli
Allestimento del Teatro Massimo Bellini
Direttore Allestimenti Scenici Arcangelo Mazza
Assistente alla regia Alessandro Idonea
Assistente alle scene Francesca Nieddu
Assistente ai costumi Giovanna Giorgianni
Maestro del coro Luigi Petrozziello
Orchestra, Coro e Tecnici del Teatro Massimo Bellini
Trama Rigoletto
Atto primo
Scena prima. Sala magnifica nel palazzo ducale, con porte nel fondo che mettono ad altre sale, pure splendidamente illuminate.
Conversando con il fido Borsa, il Duca di Mantova racconta di essersi invaghito di un’ignota fanciulla, adocchiata all’uscita della chiesa («Della mia bella incognita borghese»). Il cortigiano lo distrae mostrandogli le beltà delle dame presenti, che il Duca ama con spirito libertino («Questa o quella per me pari sono»). Rivolge quindi le sue attenzioni alla Contessa di Ceprano, suscitando le ire del marito, che viene però schernito da Rigoletto, il buffone di corte («Ah sempre tu spingi lo scherzo all’estremo»). Frattanto, in disparte, un altro cortigiano, Marullo, racconta di aver scoperto che Rigoletto, sebbene gobbo e difforme, avrebbe un amante («Gran nuova! Gran nuova!»). Improvvisamente compare il vecchio Conte di Monterone, nemico del Duca, venuto per accusarlo pubblicamente di avergli sedotto la figlia. Anche contro di lui Rigoletto rivolge i suoi strali («Voi congiuraste contro noi, signore»), ma il vecchio Conte, irritato, maledice tanto lui quanto il Duca, che ordina di arrestarlo. Inorridito, Rigoletto fugge («Oh tu che la festa audace hai turbato»).
Scena seconda. L’estremità più deserta d’una via cieca. A sinistra una casa di discreta apparenza con una piccola corte circondata da muro. Nella corte un grosso ed alto albero ed un sedile di marmo; nel muro una porta che mette alla strada; sopra il muro un terrazzo praticabile, sostenuto da arcate. La porta del primo piano dà sul detto terrazzo. A destra della via è il muro altissimo del giardino, e un fianco del palazzo di Ceprano. È notte.
Sulla strada di casa, il buffone viene avvicinato da Sparafucile, un sicario che gli offre i suoi servigi («Quel vecchio maledivami!»). Dopo averlo allontanato, si appresta a rincasare, mentre ripensa alla maledizione di Monterone, che lo ha profondamente turbato («Pari siamo!… io la lingua, egli ha il pugnale»). Tra le mura domestiche riabbraccia Gilda, che in realtà è la figlia, e raccomanda alla nutrice Giovanna di vegliare su di lei («Veglia, o donna, questo fiore»); ma il Duca si è già introdotto in casa e osserva di nascosto la scena. Appena il buffone si allontana, ne approfitta per avvicinare Gilda e dichiararle il suo amore, spacciandosi per uno studente povero, Gualtier Maldè. Quando questi si allontana, Gilda si abbandona ad una appassionata dichiarazione d’amore («Caro nome che il mio cor»). Nelle vicinanze, frattanto, Marullo organizza un gruppo di cortigiani per rapire quella che crede l’amante di Rigoletto («Zitti, zitti moviamo a vendetta»). Inconsapevole, lo stesso buffone, opportunamente bendato, li aiuterà a tenere la scala, pensando che vogliano invece rapire la Contessa di Ceprano: solo quando tutti si sono volatilizzati, sconvolto, comprende la verità.
Atto secondo
Salotto nel palazzo ducale. Vi sono due porte laterali, una maggiore nel fondo che si chiude. A’ suoi lati pendono i ritratti, in tutta figura, della duchessa e del Duca, a destra della sua sposa.
Ignaro di tutto, il Duca di Mantova, tornato a cercare Gilda, si dispera per il suo rapimento («Ella mi fu rapita!»). Quando i cortigiani lo informano di aver rapito l’amante di Rigoletto, comprende subito l’accaduto e si allontana rapidamente per possederla («Possente amor mi chiama»). Entra quindi Rigoletto che, fingendo indifferenza, cerca la figlia. Quando capisce infine che Gilda si trova nella camera del Conte, sfoga la sua ira contro i nobili («Cortigiani, vil razza dannata»), che però gli impediscono di raggiungere la figlia. Questa sopraggiunge e, affranta, si getta tra le braccia paterne. A Rigoletto narra allora come ha conosciuto il giovane, di cui ignorava l’identità («Tutte le feste al tempio»). Frattanto, passa Monterone, condotto al supplizio. Osservando il ritratto del Duca, il Conte constata amaramente che la sua maledizione è stata vana e gli augura di vivere felice. All’udire queste parole, Rigoletto replica che la vendetta sarà inesorabile («Sì, vendetta, tremenda vendetta!»).
Atto terzo
Deserta sponda del Mincio. A sinistra è una casa in due piani, mezza diroccata, la cui fronte, volta allo spettatore, lascia vedere per una grande arcata l’interno d’una rustica osteria al piano terreno, ed una rozza scala che mette al granaio, entro cui, da un balcone senza imposte, si vede un lettuccio. Nella facciata che guarda la strada è una porta che s’apre per di dentro; il muro poi n’è sì pien di fessure che dal di fuori si può facilmente scorgere quanto avviene nell’interno. Il resto del teatro rappresenta la deserta parte del Mincio, che nel fondo scorre dietro un parapetto in mezza ruina; al di là del fiume è Mantova. È notte.
Per far comprendere alla figlia chi sia realmente l’uomo ch’ella continua, nonostante tutto, ad amare, Rigoletto conduce Gilda alla locanda di Sparafucile, dove sopraggiunge il Duca, adescato dalla procace sorella del sicario, Maddalena. Gilda ha così modo di osservare di nascosto il Duca, mentre questi intona una canzone che inneggia la volubilità della donna («La donna mobile»). Mentre si avvicina un temporale, il Duca amoreggia con Maddalena («Bella figlia dell’amore»), quindi va a riposare al piano superiore della locanda. Rigoletto, frattanto, dà ordine alla figlia di partire immediatamente alla volta di Verona, travestita da uomo per la sua incolumità; quindi si allontana, dopo aver preso accordi con Sparafucile, che ha incaricato di uccidere il Duca. Gilda, tuttavia, ritorna presso la locanda e ascolta il drammatico dialogo che vi si svolge: invaghitasi anch’essa del Duca, Maddalena chiede infatti al fratello di risparmiarlo: al suo posto ucciderà il mandante del delitto, Rigoletto stesso, dopo averlo depredato del denaro rimanente («È amabile invero cotal giovinotto»). Inorridito, Sparafucile alla fine accetta un compromesso: aspetterà la mezzanotte e ucciderà il primo uomo che busserà all’osteria. Gilda, che ascolta il concitato dialogo, decide immediatamente di sacrificarsi per il Duca: fingendosi un mendicante, bussa alla porta e viene pugnalata dal sicario. A Rigoletto, venuto per saldare il conto («Della vendetta alfin giunge l’istante!»), Sparafucile consegna un sacco, contenente un corpo umano. Tuttavia, mentre si appresta a gettarlo nel Mincio, in lontananza ode la voce del Duca che canticchia la sua canzone. Sconvolto, apre il sacco e vi trova Gilda, in fin di vita («V’ho ingannato… Colpevole fui…»). In un ultimo anelito, la fanciulla chiede perdono al padre e spira tra le sue braccia. Disperato, Rigoletto comprende che la maledizione di Monterone si è avverata («Ah! la maledizione!!!»).
Prima rappresentazione
Martedì 29 Ottobre
alle ore 20:30
(Turno A)
SOLD OUT
Repliche
Mercoledì 30 Ottobre
alle ore 17:30
(Turno S1)
SOLD OUT
Giovedì 31 Ottobre
alle ore 17:30
(Turno C)
SOLD OUT
Sabato 02 Novembre
alle ore 17:30
(Turno R)
SOLD OUT
Domenica 03 Novembre
alle ore 17:30
(Turno D)
SOLD OUT
Martedì 05 Novembre
alle ore 20:30
(Turno B)
SOLD OUT
Mercoledì 06 Novembre
alle ore 17:30
(Turno S2/AZ)
SOLD OUT