È con un sontuoso, solenne concerto per le festività natalizie che si conclude la stagione sinfonica 2019 del Teatro Massimo Bellini: con la partecipazione della sua Orchestra, guidata dalla terza bacchetta femminile dell’anno, quella – ben nota e unanimemente apprezzata – di Carmen Failla. E si comincerà proprio con i fuochi d’artificio, è il caso di dirlo, visto che la locandina si apre con una suite tratta dalla Music for the Royal Fireworks di Georg Friedrich Händel, composti come colonna sonora dei solenni festeggiamenti indetti al Green Park di Londra, il 27 aprile del 1749, per celebrare la fine della Guerra di successione austriaca e la firma del Trattato di Aquisgrana. A seguire tre ouvertures, tra le più celebri del panorama lirico. Si comincia con quella, quadripartita, che apre Guillaume Tell, testamento spirituale di Gioachino Rossini, in prima all’Opéra di Parigi nell’agosto del 1829. Si procede quindi con un altro incunabolo del Romanticismo, Oberon di Carl Maria von Weber, in cui si confrontano il mondo magico delle fate e quello più incalzante dei cavalieri. Gran chiusura con la pagina che apre Il principe Igor’, il capolavoro di Aleksandr Borodin ultimato da Rimskij-Korsakov e Glazunov, traboccante di grandiosità epica e di temi tratti dal folclore russo. La seconda parte del concerto è, infine, interamente dedicata a una delle suite tratte da Lo schiaccianoci, ultimo titolo del catalogo per la danza di Pëtr Il’ič Čajkovskij, pagine universalmente note per le raffinate ricerche timbriche delle danze caratteristiche nel regno di Konfiturenburg.
Reduce dal recente trionfo nel Requiem di Mozart, torna sul podio dell’Orchestra del Bellini Carmen Failla, autentico pilastro dell’ente lirico etneo sin dal 1980. Formatasi al Mozarteum di Salisburgo con Elisabeth Leonskaja, si è diplomata in Direzione d’orchestra con Donato Renzetti, perfezionandosi poi all’Accademia Musicale Chigiana con Bruno Bartoletti. Ha collaborato con direttori e artisti di fama internazionale (da Alain Lombard a Richard Bonynge, da Hans Graf a Simone Alaimo, da Marcello Giordani a Gregory Kunde) ed è presenza assidua al Bellini, soprattutto per le manifestazioni promosse dalla Fondazione Fon.Ca.Ne.Sa. onlus. All’attività direttoriale da sempre associa quella compositiva per diversi Teatri Stabili della penisola italiana.