Mozart e dintorni. È un originale itinerario sulle tracce dell’età classica quello che il Teatro Massimo Bellini propone, con due titoli rari del repertorio sinfonico-corale affidati alle masse stabili dell’ente, sotto la guida di Elda Laro. Ad aprire la locandina è, infatti, il Secondo Concerto per pianoforte e orchestra in si bemolle maggiore, op. 19, di Ludwig van Beethoven, in realtà il primo composto dal musicista di Bonn tra il 1794 e il 1795, alcuni anni prima di quello in do maggiore, poi catalogato come n. 1. Tenuto a battesimo dall’autore la sera del 29 marzo del 1795, nel corso di un’accademia organizzata da Haydn a beneficio delle vedove dei caduti in guerra, il componimento costituisce forse l’esempio più calzante del settecentismo beethoveniano, al confine con la sintassi mozartiana, che serpeggia in tutta l’opera ma emerge in maniera eclatante nell’Adagio centrale, ispirato all’omologo Andante del Concerto K 450 del Salisburghese.
Sarà quindi la volta della celeberrima Messa dell’Incoronazione in do maggiore per soli, coro e orchestra, K 317, composta da Wolfgang Amadeus Mozart nel corso del biennio 1776-1777, quasi interamente trascorso nella città natale di Salisburgo, dove prestava servizio alla corte del principe-arcivescovo Colloredo per guadagnare !’«eterno pane». Proprio le mansioni di Konzermeister spiegano l’ingente quantità di musica sacra composta durante questo periodo, in cui spicca proprio la Krönung-Messe, eseguita per la prima volta il 20 giugno del 1779 al Santuario di Maria am Plain, dove si custodiva un’icona della Vergine particolarmente cara ai fedeli di Salisburgo. È, in realtà, pagina di travolgente teatralità, chiaramente improntata all’espressività auspicata dalla riforma gluckiana e alle sperimentazioni strumentali dell’Orchestra di Mannheim, che il musicista aveva apprezzato di recente. Gemma dell’intera partitura è il conclusivo Agnus Dei, in cui il tema del soprano verrà ulteriormente sviluppato nell’aria della Contessa d’Almaviva «Dove sono i bei momenti», nel terzo atto delle Nozze di Figaro.
A guidare l’esecuzione dei due brani sarà la bacchetta di Elda Laro, pianista, cembalista e direttrice d’orchestra di origini albanesi, ma dal 2016 in forze alla Deutsche Oper di Berlino come Solorepetitorin. Protagonista di numerose tournées in Europa, Giappone e Stati Uniti, è particolarmente apprezzata sui palcoscenici tedeschi e si è specializzata nel repertorio contemporaneo: solo nel 2018 ha diretto le creazioni mondiali di Nacht bis Acht di François Sarhan alla Deutsche Oper Tischlerei di Berlino e di Wir aus Glas di Yasutaki Inamori alla Biennale di Monaco. Nel Concerto di Beethoven è da segnalare il graditissimo ritorno di Alberto Ferro, che sempre al Bellini, nell’inverno scorso, aveva già proposto il Terzo Concerto in do minore, op. 37, di Beethoven. Il pianista gelese, fiore all’occhiello della blasonata scuola pianistica catanese di Epifanio Comis, ha nel frattempo conseguito all’Istituto musicale “V. Bellini” di Catania il Diploma accademico di II livello in Discipline musicali col massimo dei voti, la lode e l’assegnazione di una medaglia d’onore. Artista CIDIM (Comitato Nazionale Italiano Musica), Ferro vanta innumerevoli premi di grande prestigio, tra cui occorre ricordare almeno II premio, il premio della critica e il premio speciale Haydn al “Ferruccio Busoni” di Bolzano (2015); il I premio al “Premio Venezia” (2015); il VI premio e il premio del pubblico al “Regina Elisabetta” di Bruxelles (2016); il I premio e il premio del pubblico al “Telekom – Beethoven” di Bonn (2017). Solisti della Messa dell’Incoronazione di Mozart saranno invece il soprano Gonca Dogan, il contralto Maria Russo, il tenore Andrea Bianchi e il basso Francesco Verna, mentre la compagine corale sarà diretta da Luigi Petrozziello.