I canti della vita e del destino, del divertimento e dell’amore. Venerdì 6 luglio, alle ore 21, si conclude con i Carmina Burana, capolavoro di Carl Orff, la stagione estiva del Teatro Massimo Bellini, con un concerto che, ancora una volta, valorizza le suggestioni della bimillenaria cavea del Teatro Antico di Catania, a pochi passi dall’alcova in cui, nel 1801, vide la luce il Cigno catanese, Vincenzo Bellini. Si conclude così un percorso, durato poco meno di un mese, in cui l’ente lirico catanese, temporaneamente abbandonate le vellutate architetture della sala progettata da Carlo Sada, ha spostato l’attività in alcune sedi alternative, tra le più affascinanti del ricco patrimonio catanese. E a suggellare il percorso, adesso, un concerto che vedrà protagonisti i Percussionisti e il Coro del Teatro, impegnati in una tra le pagine più folgoranti del primo Novecento.
Composti tra il 1935 e il 1936 ed eseguiti per la prima volta all’Opera di Francoforte sul Meno l’8 giugno del 1937, i Carmina Burana sono una cantata scenica, realizzata a partire da un’antologia di componimenti poetici medievali inclusi in una raccolta scoperta nel 1803 dal filologo tedesco Johann Andreas Schmeller nel fondo librario del Monastero di San Benedetto in Alta Baviera. I testi, in latino ma anche in alto tedesco e in provenzale, riprendono alcuni canti medievali goliardici, intonati dai clerici vagantes durante le loro peregrinazioni di studio e di svago nelle città universitarie europee. Aperto e concluso da un prologo che inneggia alla Fortuna, l’imperscrutabile destino che governa il mondo, il ciclo si articola in cinque parti, dedicate alla celebrazione della primavera, alla vita gioiosa e sregolata dei clerici vagantes, dediti al gioco d’azzardo come ai piaceri della buona tavola, e infine all’amore sensuale, che culmina nel racconto della storia di Blanziflor e Helena, trionfo di voluttà giovanile e di tolleranza religiosa.
Nel corso dell’evento catanese verrà eseguita la versione – realizzata nel 1956 da Wilhelm Killmayer, talentuoso allievo di Orff – per tre solisti, coro misto a quattro voci e coro di voci bianche, due pianoforti e sei percussioni. Sul palcoscenico si esibiranno dunque, con le compagini del Bellini, il soprano Carmen Maggiore, il tenore Domenico Menini, il baritono Carlo Checchi, con il Coro di voci bianche “Gaudeamus igitur concentus”, diretto da Elisa Poidomani, mentre le parti pianistiche verranno assicurate da Gaetano Costa e Paola Selvaggio. Sul podio salirà Luigi Petrozziello, napoletano, forte di una trentennale carriera come maestro sostituto, maestro di sala e direttore di palcoscenico e maestro del coro in alcune tra le più prestigiose realtà internazionali al fianco di bacchette del calibro di Gianandrea Gavazzeni e Spiros Argiris, Maurizio Arena e Nello Santi, Angelo Campori e Gabriele Ferro. Come maestro del coro è stato attivo, tra l’altro, all’Opéra di Nantes, al Teatro “G. Verdi” di Trieste, al Teatro di San Carlo di Napoli, al Teatro “G. Verdi” di Salerno e al Teatro Petruzzelli di Bari. Insegna Musica vocale da camera al Conservatorio “Nicola Sala” di Benevento e ha inciso per numerose etichette del mercato discografico e radiofonico.